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Benvenuti!

Ciao a tutti!



Visto le numerose richieste di aggiornamenti da parte di amici e non, ho deciso di raccogliere tutti gli aneddoti, i pensieri e le disavventure che mi sono capitate in un questo lungo viaggio in modo da tenervi informati e perchè no, un giorno rileggere questi appunti e capire perchè quella volta, nell'estate 2010, ho deciso di visitare il Sud di questo enorme continente.

Clicca qui per vedere il mio itinerario.

Spero vi piaccia, buona lettura!

P.S. Per chi non avesse dimestichezza con i blog: bisogna leggerlo dal basso verso l'alto!!!

Giorno 9 Agosto











E ANCORA AMAZZONIA!

Ormai ho perso il conto delle levatacce, tanto per cambiare mi devo svegliare alle 4 perchè tra mezzora passerà il pulmino dell'agenzia.
La guida, un venticinquenne nativo della giungla, arriva terribilmente in ritardo di un'ora, maledetto, mi ha fatto perdere una preziosissima ora di sonno. Mi presento subito ai miei compagni di tour, due coetanei olandesi sorridentissimi e due ragazze-signore-signorine di 37 anni di Barcellona.
Ci fermiamo a fare colazione nel primo paesino fuori Cusco in una catapecchia barcollante e qui ho l'occasione di provare il mio primo tamal (una specie di salsicciotto di polenta bollito avvolto da foglie di pannocchia) dolce: STRAORDINARIO!
Poi si riparte e dopo qualche ora facciamo una breve sosta in un ridente paesino tutto in bianco e blù di cui non riesco a ricordare il nome.
I miei compagni sono tutti molto amichevoli, penso che mi ci troverò bene, oltre a loro c'è anche una ragazza aiuto-guida (anche se la presenza sembra piuttosto inutile) e un ragazzo autista.
La guida è proprio un autoctono, il suo viso è proprio da indigeno ed ha la cicatrice di un morso di serpente sul piede destro, parla spagnolo con difficoltà e peggio ancora in inglese. Sembra conoscere molto bene la zona che visiteremo però purtroppo come quasi tutte le guide sudamericane (ad eccezione degli argentini) sembra piuttosto ignorante e limitato (esempio: "Ti sbagli, non esistono delfini rosa d'acqua dolce in Bolivia, li avrai visiti nel mare", vedasi cartina geografica per capire...).
Dopo quasi dieci ore di pulmino rischiando di rompere gli assi più di una volta salendo e scendendo per strade non asfaltate finalemnte entriamo in piena giungla. Facciamo subito una passeggiata e ci imbattiamo in qualche piccolo serpente velenoso e uno stormo di spettacolari cock-of-the-rock (gallo delle rocce).
Adoro la giungla, nessun altro tipo di paesaggio mi affascina così tanto ma purtroppo l'atmosfera del Manu (la parte di Amazzonia peruviana) nonostante la sua maestosità non mi dà quelle emozioni che le pampas boliviane mi hanno saputo offrire, forse per la quantità di animali, forse per la guida o forse per i miei compagni, simpaticissimi ma non così divertenti come le mie amiche cilene o forse per colpa mia, in ricerca di rivivere un'esperienza magica passata che mai più si ripeterà.
Al tramonto raggiungiamo un piccolo paesino che purtroppo rovina l'atmosfera selvaggia della giungla, le guide ci accompagnano ai nostri bungalov, io ne ho uno tutto per me e resto sbigottito: giusto alla fine di tutto e in un piccolo villaggio sperduto nella selva mi spetta la migliore sistemazione degli ultimi due mesi: camera spaziosissima e pulitissima, elettirictà 24 ore, letto matrimoniale e... un bagno tutto per me!
Come in tutti i luoghi dimenticati da Dio si vive con la luce del sole, il che significa che dopo cena (19.30) si va a dormire. Io e i due olandesi non siamo ancora abbastanza stanchi e quindi ci rifugiamo nell'unico bar aperto per bere l'ultima birra prima dell'astinenza dei prossimi giorni. Fuori dal bar c'è una bella bestiolina: uno scarabeo-toro, grande quasi come un pungo, nero brillante con tre corna, fantastico.
La birra fa il suo effetto sperato, alle 21.30 ci cade la testa dal sonno ed andiamo tutti a nanna!

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