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Ciao a tutti!



Visto le numerose richieste di aggiornamenti da parte di amici e non, ho deciso di raccogliere tutti gli aneddoti, i pensieri e le disavventure che mi sono capitate in un questo lungo viaggio in modo da tenervi informati e perchè no, un giorno rileggere questi appunti e capire perchè quella volta, nell'estate 2010, ho deciso di visitare il Sud di questo enorme continente.

Clicca qui per vedere il mio itinerario.

Spero vi piaccia, buona lettura!

P.S. Per chi non avesse dimestichezza con i blog: bisogna leggerlo dal basso verso l'alto!!!

Giorno 1 Agosto













TITI PARA PERÚ CACA PARA BOLIVIA

Oggi é un gran giorno, tocca al quarto ed ultimo paese del mio itinerario in Sud America.
Spendo gli ultimi pochi pesos boliviani rimasti al mercato per fare colazione con un api (mais rosa tritato con acqua calda e cannella (sapore molto simile al vino brulé) e una frittella gigante a bolla (piú aria che pastella) e per comprare dei mandarini.
Alle 9 parte l'autobus per Puno, la cittá che costeggia la sponda peruviana del lago (piú precisamente la parte Titi, circa il 60% del lago, mentre il restante 40%, Caca, é boliviano) e alle 11 (circa tre ore di viaggio meno un'ora di fuso) varco i cancelli del Perú.
Ho solo tredici giorni da dedicare a questo interessantissimo paese e vorrei tanto tornare in Amazzonia per rivivere l'avventura nella giungla, quindi mi aspetta un tour de force massacrante per arrivare il prima possibile a Cusco, punto strategico per foresta e Machu Picchu. Per realizzare i miei piani non potró permettermi fino a dopodomani il lusso di un letto per non perdere tempo.
Appena sceso in stazione a Puno devo assolutamente fare pipí e i bagni come sempre sono a pagamento; non ho neanche un soldo in tasca, imploro la vecchietta del bagno della stazione di farmi passare ma rimane impassibile, minaccio allora di fargliela lí, giusto fuori dalla porticina del suo sportello, ancora una volta resta impassibile e mi passa una bottiglia vuota con aria di sfida, ma quando inizio a slacciarmi alla cintura il suo sguardo gelido finalmente si scioglie improvvisamente in una risata e mi lascia entrare senza pagare!
Finalmente prelevo i miei primi Sol (moneta locale) del viaggio e prenoto la navigazione nel lago per le isole degli Uros per oggi pomeriggio e l'autobus per Arequipa alle 2.00 di notte, cosí potró arrivare alle 7.00 a destinazione in modo da dormire un po' in bus e non morire con il freddo notturno.
Sono veramente messo male a vestiti: mi resta solo una maglietta, un maglione e forse un paio di mutande e uno di calzetti. Cerco una lavanderia, ce ne sono parecchie ma siccome nessuna riuscirebbe a consegnarmi il bucato asciutto prima di domani devo rinunciare.
Mi sembra di essere ancora in Bolivia, la gente e l'atmosfera della cittá ricordano molto Copacabana, ma al primo acquisto noto subito la gran differenza: i prezzi! Anche se paragonati a quelli europeri sembrano ridicoli, col il prezzo di un menú completo fino a ieri (circa 1.50 euro) qui mi posso permettere solo un piatto!
Puno é piacevole, tranquilla, molto turistica, anche qui di giorno grazie al fortissimo sole fa abbastanza caldo.
Dopo un giretto per la cittá mi reco al porto per andare a vedere le isole degli Uros e durante la navigazione ho il piacere di conoscere una simpatica coppia spagnolo (lui)- cilena (lei).
Vistiamo le isole e ne conosciamo i pochissimi abitanti (gli Uros, appunto) la cui storia é a dir poco incredibile: sono i discendenti di un piccolo gruppo di inca che riuscirono a fuggire dagli spagnoli costruendosi delle zattere di fango e canne di giunco per attraversare il lago Titicaca e nascondersi dietro a dei cespugli di giunco di cui il lago é ricchissimo. Per necessitá e spazio vitale un po' alla volta dovettero aumentare le dimensioni delle zattere aggiungendo ulteriore fango e canne, fino a creare delle vere e proprie isole artificiali galleggianti su cui costruire le loro capanne.
A parte la nuova fonte di guadagno del turismo e qualche piccolo sussidio da parte dello stato, questo piccolo popolo vive praticamente come 500 anni fa.
Una volta tornati alla terra ferma vado con i miei nuovi amici a mangiare una pizza oscena in un locale terribilmente turistico e purtroppo alle 21 mi devono abbandonare per prendere l'autobus. Riesco a navigare su internet per circa due ore, ma poi nulla da fare: si chiude tutto e non mi resta che andare in stazione ad aspettare l'autobus per circa tre ore.
Per scaldarmi e ingannare un po' l'attesa mi bevo tre mate de coca in un bar aperto 24 ore su 24 ma ció non mi aiuta a combattere la noia mortale e la stanchezza che avanza.
La stazione é abbastanza accogliente, pulita e moderna, peró non é dotata di riscaldamento e quando finalemnte alle 2.00 arriva l'autobus per Arequipa sto tremando di freddo.
Appena salgo in autobus mi accorgo di essere stato veramente un taccagno con me stesso: per risparmiare cinque euro non ho preso il servizio letto, bensí il semi-letto che, nonostante i sedili siano abbastanza comodi e molto inclinabili, non hanno nulla a che vedere con quelli argentini: sono molto piú stretti, sporchi e c'é una puzza da stalla da vomitare. Sono talmente provato peró che riesco a prendere sonno immediatamente.

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