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Visto le numerose richieste di aggiornamenti da parte di amici e non, ho deciso di raccogliere tutti gli aneddoti, i pensieri e le disavventure che mi sono capitate in un questo lungo viaggio in modo da tenervi informati e perchè no, un giorno rileggere questi appunti e capire perchè quella volta, nell'estate 2010, ho deciso di visitare il Sud di questo enorme continente.

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Spero vi piaccia, buona lettura!

P.S. Per chi non avesse dimestichezza con i blog: bisogna leggerlo dal basso verso l'alto!!!

Giorno 23 Agosto








IL FIUME DISCARICA

Ultimo giorno a San Cristobal, ci si sveglia presto per andare a vedere la principale attrazione della provincia: il Cañon del Sumidero, una gola fino ai 1400 metri d'altezza attraversata da un fiume, famosa non solo per la sua maestosa bellezza ma anche per essere stato il luogo del suicido di massa di molti aztechi che si gettarono dal punto più alto pur di non rimanere prigionieri dei conquistadores.
L'escursione consistente in una navigazione di circa un'ora del fiume: il cañon è un vero spettacolo naturale, imponente, pieno di cascate e ricco di fauna (scimmie e coccodrilli sopratutto), ma non passano dieci minuti che assistiamo ad uno spettacolo riprovevole: siamo nella stagione delle piogge e tutti i rifiuti abbandonati sulle cime del cañon con i forti acquazzoni cadono e si accumulano nel fiume, il risultato sono due chilometri di discarica galleggiante, un vero paradiso per gli uccelli saprofagi che divorano le carcasse animali sparse tra quintali di bottiglie di plastica. Fortunatamente quest'area è circoscritta e qualche chilometro dopo l'acqua torna ad essere azzurra e possiamo concludere in bellezza il tour ammirando delle cascate meravigliose.
Tornati a San Cristobal, Paola, che già da qualche giorno soffre di problemi intestinali, oggi sembra stare più male del solito, il suo pancino non ne vuole sapere di metabolizzare nè cibo nè acqua... Da bravi incoscenti strigiamo i denti e prendiamo l'autobus notturno per Palenque, mai scelta più sbagliata: per la mia amica si rivela un vero incubo, cinque ore di vomito.
Finalmente con un gran sospiro di sollievo arriviamo a Palenque, tanto per cambiare sotto un acquazzone. Paola è veramente stremata, cerchiamo immediatamente un ospedale, per fortuna è ad un minuto dalla stazione ma come in una barzelletta di cattivo gusto è chiuso, ci sono una cinquantina di persone disperate sotto il corridoio del pronto soccorso aspettando l'apertura.
Non resta che fermare un taxi e farci portare in una clinica privata, stavolta ci va meglio, meno male, la mia amica è talmente tesa per la disidratazione che ha le braccia semi paralizzate, mi sento abbastanza spaventato anche se molto fiducioso
nel dottore che ci assiste.
La diagnosi è un'infezione intestinale con conseguente disidratazione acuta. Paola viene sedata e messa sotto flebo in una stanza privata, ci sono due letti e resto a dormire con lei.

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