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Ciao a tutti!



Visto le numerose richieste di aggiornamenti da parte di amici e non, ho deciso di raccogliere tutti gli aneddoti, i pensieri e le disavventure che mi sono capitate in un questo lungo viaggio in modo da tenervi informati e perchè no, un giorno rileggere questi appunti e capire perchè quella volta, nell'estate 2010, ho deciso di visitare il Sud di questo enorme continente.

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Spero vi piaccia, buona lettura!

P.S. Per chi non avesse dimestichezza con i blog: bisogna leggerlo dal basso verso l'alto!!!

Giorno 4 Agosto





INKA JUNGLE TOUR

Bussano alla porta della camerata ed entra un ragazzo della reception: "Enrico c'é un ragazzo che ti cerca!"
Non ci posso credere, mi son preso a letto, avevo messo la sveglia delle 7.30 per essere pronto alle 8 (l'orario stabilito con l'agenzia) e non l'ho sentita! Completamente rimbecillito metto via le ultime cose in fretta e furia cercando di non svegliare i miei compagni di stanza, esco per andare in bagno e purtroppo con la fretta mi scappa la porta dalla mani e la sbatto, lasciando dentro chiavi e zainetto.
Scendo quindi di corsa letteralmente morto di sonno in cerca del ragazzo dell'agenzia per prendere tempo e di una chiave di riserva per riaprire la porta, sbircio l'ora per vedere a quanto ammonta il ritardo e... sono le 7.00! Sono venuti a prendermi un'ora prima! Incazzato come una iena spiego la questione al ragazzo dell' ageniza (che sará la mia guida nel tour per Machu Picchu), il quale senza battere ciglio mi tranquillizza: andrá a prendere altri ragazzi presso i loro ostelli e mi concederá mezzora per prepararmi. Posso quindi prendermela con comodo e fare colazione.
La guida torna puntuale, accompagnato da un ragazzo messicano (Rafa) che sará compagno di tour. Facciamo pochi metri ed arriviamo in una piazza dove c'é il resto del gruppo ad aspettarci (ancora una volta dominio quasi assoluto di anglofoni) e quasi 40 minuti piú tardi passa il pumino a prenderci.
Dopo essere passati a recuperare bici di qua e di lá per case in giro per la cittá (cosa che ci lascia alquanto perplessi) verso mezzogiorno raggiungiamo Puerto Malaga, il punto di partenza per la discesa in bici. Qui in alto tira un'aria veramente gelida.
La qualitá delle mountain bike é veramente infame, sono tutte mezze arruginite, i cambi non funzionano e i freni sembrano regolati a caso, nulla a che vedere con quelle della Carretera della Muerte.
La strada in sé, nonostante sia un' infinita serie di tornanti al bordo di un bel burrone, non é pericolosa, é abbastanza larga e completamente asfaltata, il problema, oltre alla totale insicurezza della bici, é la visibilitá: siamo letteralmente immersi in una nube.
Stavolta, a differenza del tour in Bolivia, non c'é nessuna raccomandazione da parte della guida, tutto allo sbaraglio, semplicemente ci ritroveremo dopo 30 km di discesa al prossimo paesino per pranzare.
Si parte ed una ragazza peruviana dopo nemmeno un minuto esce di strada e cade, poi dopo pochi chilometri un'inglese perde il controllo e si fa un bel taglio sul braccio, tant'é che la guida deve improvvisare un bendaggio.
Mi sento veramente insicuro per la bici, non vedo assolutamente nulla, posso orientarmi solo grazie al giallo delle linee stradali che contrasta un po' il bianco della nebbia fittissima, i miei compari invece se la godono come pazzi, scendono sparati e si superano fra loro, io sono sempre tra gli ultimi.
Finalmente arriviamo al paesino ai piedi del monte, la nebbia quasi scompare e la temperatura aumenta drasticamente, se la giacca mi ha salvato la vita durante la discesa, per i prossimi giorni diventerá pura zavorra inutile.
Il pranzo al sacco fornito dall'agenzia é sullo stile delle bici (ora comincio a spiegarmi il costo cosí basso del tour) peró sono cosí affamato che mi mangio tutto senza storie.
Con la pancia piena riprendiamo le bici per percorrere pochi kilometri in piano per poi aspettare l'autobus che ci porterá a Santa María dove passeremo la notte.
Sfortunamente da oggi é iniziato uno sciopero generale nazionale contro la privatizzazione del gas peruviano a cui gli autisti di questo piccolo paesello purtroppo hanno aderito, quindi dobbiamo allungare la strada in bici di altri 10 km fino al prossimo villagio.
Arrivati al villaggio la situazione é ben peggiore: gli abitanti hanno posizionato dei tronchi in mezzo alla strada per non lasciar passare macchine e bus, quindi di nuovo, a pedalare!
Ora che la discesa é finita sono balzato stabilmente al primo posto in classifica assieme al messicano (l'allenamento di una vita sui Colli Berici si nota eccome :)), ad ogni sosta dobbiamo aspettare per almeno dieci minuti i nostri sempre meno spavaldi compagni, che in salita devono scendere dalla bici e salire a piedi!
Attraversiamo altri tre villaggi ma la situazione é sempre piú drammatica, resta solo una soluzione: andare direttamente a Santa Maria in bici, visto che ormai dopo quasi 40 km sulle gambe siamo veramente vicini.
Alle 18.00 io e Rafa arriviamo, anche se sta tramontando fa un caldo terribile e facciamo tempo a berci una birra gelida mentre aspettiamo il resto della gente.
La guida ci raggiunge, ci accompagna all'hostal e ci dá le dritte per la sera.
Alle 19.30 stiamo cenando ed improvvisamente la padrona del ristornate spegne luci e TV, ci incita a nasconderci sotto le tavole perchè stanno arrivando i vandali estremisti del movimento anti-privatizzazione: se trovano negozi o ristornati aperti (ossia non in sciopero) tirano pietre alle finestre e fanno irruzione.
In pochi istanti il paese diventa buio, sembra disabitato ed entra nella strada principale un camion pieno di ragazzini esaltatai, fortunamente non succede nulla, se ne vanno e dopo un sospiro di sollievo possiamo finire di cenare tranquillamente.
Dopo cena facciamo due partite a carte e ci restano solo le forze per andare a dormire.

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