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Ciao a tutti!



Visto le numerose richieste di aggiornamenti da parte di amici e non, ho deciso di raccogliere tutti gli aneddoti, i pensieri e le disavventure che mi sono capitate in un questo lungo viaggio in modo da tenervi informati e perchè no, un giorno rileggere questi appunti e capire perchè quella volta, nell'estate 2010, ho deciso di visitare il Sud di questo enorme continente.

Clicca qui per vedere il mio itinerario.

Spero vi piaccia, buona lettura!

P.S. Per chi non avesse dimestichezza con i blog: bisogna leggerlo dal basso verso l'alto!!!

Giorno 22 Agosto













LA CHIESA STREGATA

Oggi è in programma una scorpacciata di vero Messico, quello dei paesini dai nomi impronunciabili, abitato da gente povera che quasi non parla spagnolo, fuori dai cataloghi delle agenzie di viaggio.
Partiamo alle 9 con un piccolo pulmino pubblico. Purtroppo la pazza e schizzinosa franco-cinese ha preso molto in simpatia Paola e insiste per venire con noi. La sua presenza è alquanto imbarazzante, si fa fare una foto con l'autista ed ogni cinque minuti chiede di cambiare posto, scesi dal bus si copre il viso con un libro per proteggersi dalla polvere e dal sole.
La prima meta è Chamula, un paesetto minuscolo famoso per la sua chiesa "scomunicata" dalla Chiesa di Roma per i suoi riti pagani che i fedeli svolgono al suo interno.
Se finora i messicani li ho considerati il popolo della gentilezza, qui devo rettificare, in questo villaggio sono dei grandi stronzi: ti spingono se provi a fare foto (il signore delle banane che compare nella foto mi stava per tirare contro uno di quei caschi che vedete...) e ti fissano con odio (nemmeno quando offro una fetta di torta ad un bambino gli sguardi minacciosi si placano).
Fortunatamente perdiamo di vista la nostra compagna (o forse qualche autoctono si è voluto vendicare per le sue troppe foto) e paghiamo (!) il biglietto per visitare la chiesa.
Per descrivere la chiesa (nella quale è meglio non osare a scattare foto per motivi di sopravvivenza della macchina e del suo padrone) vi cito il riuscitissimo post a riguardo di Paola (http://paolaenmexico.blogspot.com/2010/08/giorno10-san-juan-de-chamula-zinocantan.html), il quale rende perfettamente l'idea di questo incredibile trip visivo-olfattivo-mentale:

"... Quello che troviamo ci lascia senza fiato. Innanzitutto scordate qualsiasi idea di chiesa che avete in testa se non per la costruzione esterna e qualche panca. La prima cosa che mi raggiunge, ancora prima di posare il piede a terra, è l'odore di incenso al limone fortissimo, e le urla dei bambini. Avanziamo di qualche passo prima di rimanere bloccati dalla folla, ci rendiamo conto che nella chiesa c'è un primo blocco al passaggio, dovuto a una quantità di madri con figli in attesa di farli battezzare nell'angolo in fondo alla nostra destra; in particolare notiamo una madre con in braccio una figlia strillante di circa 4 anni, è praticamente vestita da sposa per questo evento. Ai lati della chiesa ci sono delle teche che contengono le statue dei santi, saranno almeno una decina per lato. Superati i battesimi troviamo un tavolo che sembra fungere da altare, circondato da candele e da vecchie che pregano inginocchiate a terra, finalmente capiamo il perchè degli aghi di pino sparsi nel suolo, vengono ammucchiati come inginocchiatoio. Ad un lato un gruppo di uomini beve e fuma. Poco più avanti ci sono una quindicina di persone, sedute in cerchio attorno a un paio di donne che si adoperano attorno a delle casse da cui estraggono o ripongono vesti precedentemente piegate; le donne sedute li vicino invece stanno intrecciando stoffe e pettinando i ciuffi di nappe che andranno ad ornare i cappelli degli uomini. Attorno a loro una decina di musici suonano i loro strumenti, maracas, chitarre e simil-arpe, cantando litanie. Al lato della chiesa, ora che sono finite le statue dei santi, la parte femminile di intere famiglie è seduta a porre nel suolo e accendere candele colorate: dietro c'è tutto un rito, che comincia appunto quando di pongono a terra le candele, di diversi colori in base a quello che si chiede, salute fisica, amore o chissà che altro. Una volta finito di accenderle le donne rimangono a pregare, se cosi si puo' dire, e poi cominciano a passare sopra le candele piu' volte uova e bottiglie di bevande gasate. In effetti non capivamo il perchè di questi oggetti, indagando un po' pare che le uova siano per la salute (generico, non siamo riusciti ad ottenere di piu), mentre l'acqua gasata viene ben vista in quanto nella medicina maya si pensava che i rutti portassero via dal corpo le malattie... "

Ora tocca alla seconda tappa: Zinacantan, a circa 10 minuti di pulmino. Questo paesetto è minuscolo e semi-deserto, nulla di speciale, l'unica peculiarità sono le donne, tutte vestite di viola.
Andiamo a pranzare nella terrazza di un ristornate per poter apprezzare la vista del villaggio dall'alto, ma dopo pochi minuti veniamo sommersi da una nebbia così fitta che la visibilità si riduce a pochi metri.
Abbiamo ancora tutto il pomeriggio a disposizione, chiedendo consiglio agli autisti dei pulmini ci facciamo portare ad una comunità di zapatisti ad una quarantina di kilometri da San Cristobal.
Il pulmino ci lascia in strada, l'ingresso del villaggio è chiuso e vigilato da tre zapatisti con il volto coperto. Consegnamo i nostri documenti ad una guardia e rispondiamo ad alcune domande, purtroppo la nostra richiesta di visita non viene accettata e dobbiamo rimanere fuori assieme ad altri turisti delusi.
Tra di loro ci sono due italiani con una macchina a noleggio che guarda caso devono tornare a San Cristobal, non esitiamo a chiedere ed ottenere un passaggio fino all'ostello!

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