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Ciao a tutti!



Visto le numerose richieste di aggiornamenti da parte di amici e non, ho deciso di raccogliere tutti gli aneddoti, i pensieri e le disavventure che mi sono capitate in un questo lungo viaggio in modo da tenervi informati e perchè no, un giorno rileggere questi appunti e capire perchè quella volta, nell'estate 2010, ho deciso di visitare il Sud di questo enorme continente.

Clicca qui per vedere il mio itinerario.

Spero vi piaccia, buona lettura!

P.S. Per chi non avesse dimestichezza con i blog: bisogna leggerlo dal basso verso l'alto!!!

Giorno 19 Agosto












IL PORTO NASCOSTO

In prima mattinata dopo una decina d'ore di pulman arriviamo a Puerto Escondido, fortunamente non è assolutamente l' Acapulco in formato mignon che c'avevano descritto, bensí un tranquillissimo (anche se forse un po' troppo turistico) paesello tipicamente messicano sulla spiaggia del Pacifico.
È bassa stagione e per pochi pesos riusciamo a sistemarci in una capanna da cinque persone a pochi metri dalla spiaggia, tutto ok tranne il bagno, separato dai letti da una "intima ed essenziale" tendina...
Super colazione a base di pancake con sciroppo d'acero ed immancabile bibitone fruttoso vitaminico, poi dopo un anno di astinenza... SPIAGGIA!
Il mare è bello ma agitatissimo, l'acqua per essere dell'oceano non è troppo fredda e come dei bambini giochiamo a scavalcare onde che arrivano fino a due metri di altezza. Il cielo è nuvoloso ma il sole batte parecchio, in meno di tre ore ho già la pancia rossa. Dietro il nostro appostamento c'è un ristorante realmente vegetariano (qui in Messico il pollo non è considerato carne...) gestito da un simpaticissimo signore sulla quarantina abbronzatissimo molto "piratesco" di nome Sergio, il quale ci prende subito in simpatia e ci offre una fetta d'anguria e un bicchiere d'acqua d'avena. A pranzo decidiamo di rimanere da lui per provare dei burrito di soja: squisiti (e chi mi conosce sa come adoro la carne), da leccarsi le dita.
Dopo pranzo, complice qualche Corona di troppo (provatela in spiaggia e mi saprete dire...), andiamo a schiacciare una siesta negli sdrai sotto gli ombrelloni della piscina nel nostro residence.
Nel frattempo si mette a piovere e vista l'insesatezza di tornare di spiaggia sotto un diluvio tropicale ne approfittiamo per passare a riposare seriamente nei lettoni della capanna.
Alla sera cena in un locale lounge e poi a bere piña colada e tequila stesi sulle amache di un bel bar sulla spiaggia ammirando le onde che da grandi sono diventati enormi. Il connubio è deliziosamente letale: prendiamo sonno e con tremendo sacrificio ci dobbiamo alzare per tornare alla capanna.

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