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Ciao a tutti!



Visto le numerose richieste di aggiornamenti da parte di amici e non, ho deciso di raccogliere tutti gli aneddoti, i pensieri e le disavventure che mi sono capitate in un questo lungo viaggio in modo da tenervi informati e perchè no, un giorno rileggere questi appunti e capire perchè quella volta, nell'estate 2010, ho deciso di visitare il Sud di questo enorme continente.

Clicca qui per vedere il mio itinerario.

Spero vi piaccia, buona lettura!

P.S. Per chi non avesse dimestichezza con i blog: bisogna leggerlo dal basso verso l'alto!!!

Giorno 9 Luglio







IL GIORNO PIÙ INUTILE

Sono tentato dal tornarmene direttamente a Mendoza, ma parlando con il ragazzo dell'ostello mi convince a rimanere, sembrerebbe che ci sia una zona di deserto roccioso fuori città con la possibilità di fare una scampagnata.
Vado in stazione e prendo il primo autobus per arivare alla suddetta zona, devo aspettare circa un'ora perchè oggi è il giorno dell'indipenza argentina, il che significa che ne passa solo uno ogni tre.
Arrivando al paesetto passo per dei quartieri veramente poverissimi, il tenore più basso di vita che ho visto finora dopo le favelas di Buenos Aires.
Dopo circa 40 minuti raggiungo la mia meta: c'è un laghetto con dei pescatori e un monte di rocce stranissimo tutto rosso modellato dal vento e pieno di catus, la vista non è così male e inzio la salita alla vetta, arrivo circa dopo un'ora sotto un sole cocente e allo stesso tempo disturbato da un vento gelido e secco.
La vista dall'alto è meravigliosa, l'unica pecca la musica altissima prodotta da un juke-box potentissimo dell'unico bar nel raggio di 20 km giusto alla base del monte.
Scatto due tre foto e in circa mezzora ritorno al punto di partenza.
Finchè aspetto l'autobus di ritorno ne approfitto per prendere un birra al bar della musica, che finalmente ha smesso di generare quel baccano insopportabile.
Il cameriere (che parla con un accento assurdo incomprensibile, del tipo "RR" pronunciato "SH") mi dà una piacevole notizia: il prossimo autobus passerà quando lui finirà il turno (alle 16), ossia tra 4 ore!
Mi siedo al bordo del lago guardando un'infinità di ciclisti che passano e ripassano continuamente per preparasi al tour d'Argentina (la strada dove mi trovo è una delle più dure quindi ottima per allenarsi) e mi si avvicinano due motociclisti ubriachi che non capiscono se vogliono soldi o che: non mi preoccupo più di tanto vista la quantità di gente che c'è, però tra il loro alito alcolico, l'accento incomprensibile della zona e la musica fortissima del juke-box che ha ripreso a suonare mi sento proprio a disagio. Uno di loro mi dice di accompagnarlo in un posto e lo mando a quel paese, fuggo verso i pescatori, resto circa 2 ore e mezza steso in una roccia, rilassandomi e prendendo il sole.
Alle 15.30 torno al bar e vado con il cameriere a prendere l'autobus.
Alle 17 circa sono di nuovo in ostello, recupero Zainone e torno a Mendoza.
Arrivo verso le 21 e mi reco (sempre a piedi vista l'assenza di taxi liberi) all'ostello di Mon, ma non c'è disponibilità; faccio gisto in tempo a salutarla e i gestori mi offrono un taxi (chiamato stavolta) per mandarmi in un altro ostello della catena.
C'è serata "pizza", il che vuol dire che per 20 pesos (circa 4 euro) si può mangiare pizza in padella (come si fa in Argentina, per questo le virgolette) all'infinito.
Decido di stare li, c'è un botto di gente e l'ostello è grandioso, mangio a sbaffo ma mi annoio tantissimo, non parlo con nessuno, non so perchè ma più l'ostello è grande e meno socializzo. Mi tiene sveglio solo la scena di un'americana ubriachissima che fa un sacco di atti ridicolissimi (sembra non lo faccia apposta), veramente divertente.
Sono le 23, e morto di sonno vado in camera per andare a letto ma... ci sono i miei compagni di stanza o meglio le mie compagnE di stanze, tre argetine di Buenos Aires simapaticissime che si stanno preprando per uscire. Non so come mi convincono a seguirle.
Si torna al bar dell'ostello per un paio di birre, c'è un sacco di gente che le aspetta, poi, visto che alcuni ragazzi sono armati di botellón (per i carenti di cultura spagnola: bevande alcoliche da consumarsi rigorosamente in casa o per starda per risparmiare) decidiamo di andare in un parco a bere.
Provo duqnue il botellón argentino, incredibile ma vero: Fernet Branca e Coca Cola! Nonostante i -2 gradi rimaniamo fuori fino alle 5 e tra una cosa e l'altra andiamo a letto alle 6. Io ho l'autobus per Santiago alle 8.15 mentre le ragazze hanno l'escrusione che ho fatto l'altro giorno in alta montagna alle 7.45.
Vado a letto contento ma demotivato per la sveglia che mi attenderà tra solo un'ora e mezza, e in che stato!

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