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Ciao a tutti!



Visto le numerose richieste di aggiornamenti da parte di amici e non, ho deciso di raccogliere tutti gli aneddoti, i pensieri e le disavventure che mi sono capitate in un questo lungo viaggio in modo da tenervi informati e perchè no, un giorno rileggere questi appunti e capire perchè quella volta, nell'estate 2010, ho deciso di visitare il Sud di questo enorme continente.

Clicca qui per vedere il mio itinerario.

Spero vi piaccia, buona lettura!

P.S. Per chi non avesse dimestichezza con i blog: bisogna leggerlo dal basso verso l'alto!!!

Giorno 7 Luglio






VINO, OLIO E CIOCCOLATA

"Señor! Señor! Señor! Ya estamos en Menodza! Bájense!" ("Signore, signore, siamo arrivati a Mendoza, scenda!")
E' giá mattina e cosí mi sveglia un addetto della stazione di Mendoza: mi tolgo il paraocchi e guardo l'ora: sono le 8.30 e non c'é piú nessuno in autobus, incredibile, stavo dormendo cosí di gusto che sono rimasto mezzora in autobus a dormire come un povero stronzo. Non so perché mi spavento, preparo Zainetto e scendo di corsa, mi dicono che hanno portato via Zainone e che devo andare all'ufficio della comapgnia per recuperarlo.
Fortunatamente me lo danno senza problemi e dopo essere passato per il centro informazioni vado in ostello a piedi (sotto consiglio dell'impiegata).
Teoricamente dovrei impiegarci solo 15 minuti, in realtá ce ne metto 50, distantissimo, tipo 25 cuadras! (In quasi tutto il Sud America le cittá sono organizzata in blocchi quadrati per avere pochi nomi di vie e andare meglio ad orientarsi , tipo U.S.A., quindi 25 cuadras sono come 25 vie parallele equidistanti tra loro).
Arrivo in ostello, faccio il check-in e rubo la colazione che non mi spetta (é per coloro che hanno pagato la notte di ieri), dopodiché parlo con il ragazzo dell'agenzia di viaggi convenzionata con l'ostello. Mi propone per il pomeriggio (ormai é troppo tradi per fare cose di un giorno intero) un tour alle cantine di Menoza (non so se avete mai sentito parlare di questa cittá, ma é la capitale argentina del vino) e per il giorno dopo un tour in alta montagna (circa 3500 metri) per vedere la base del monte Aconcagua (6569 metri, il piú alto d'America) e il Puente del Inca (uno dei motivi principali per cui sono qui). Acetto e pago entrambe le cose.
In realtá il vero scopo della mia visita a Mendoza é vedere la Valle della Luna, che il ragazzo mi spiega che si trova relativamente vicino, ma in un'altra provincia, San Juan e che quindi se voglio relamente visitarla dovró spostarmi da Mendoza: prenoto con lui l'ostello per dopodomani.
Dopo una mattinata passata interamente a cazzeggiare su Internet alle 14.30 passa un furgoncino per portarmi a vedre alcune cantine e altre cosette tipiche della cittá.
Andiamo a visitare l'azienda vinicola piú grande della cittá: nulla di speciale, giá visto mille volte in Italia e poi un'altra molto piú piccola a conduzione familiare, nemmeno questa mi entusiasma, come del resto gli assaggi che ci propongono.
Tornando indietro ci fermiamo a vedere una fabbrica di olio (noioso ma eccellenti assaggini!) e una minuscola di cioccolata e liquori (gestita interamente da una simpaticissima signora che ci fa provare mille cose!).
Alle 19 sono di nuovo in centro e ne approfitto per andare in stazione e comprarmi il biglietto per domani sera per San Juan (dopo l'escursione), il ritorno per dopodomani mattina e un altro biglietto ancora per dopodomani pomeriggio per Santiago del Cile.
Per l'ennesima volta me ne frego completamente di visitare la cittá, chi c'é stato mi puó capire, eccezzioni o capitali a parte, qui in Sud America le cittá sono proprio anonime e specialmente per un italiano é difficile trovarle interesse.
Tornando verso l'ostello mi fermo nel mercato centrale e attratto da un baracchino di una macellereia-parrilleria per soli 35 pesos mi mangio la miglior parrillada completa del mio viaggio, incredibile, rapporto qualitá prezzo infinito, lascio tantissimo di mancia.
Mi resta il tempo per prendere qualcosa con i miei nuovi coinquilini, 3 ragazzi brasiliani, poi a letto presto perché domani sará un giorno impegantivo.

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