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Ciao a tutti!



Visto le numerose richieste di aggiornamenti da parte di amici e non, ho deciso di raccogliere tutti gli aneddoti, i pensieri e le disavventure che mi sono capitate in un questo lungo viaggio in modo da tenervi informati e perchè no, un giorno rileggere questi appunti e capire perchè quella volta, nell'estate 2010, ho deciso di visitare il Sud di questo enorme continente.

Clicca qui per vedere il mio itinerario.

Spero vi piaccia, buona lettura!

P.S. Per chi non avesse dimestichezza con i blog: bisogna leggerlo dal basso verso l'alto!!!

Giorno 15 Luglio
























UN GIORNO MOLTO SPECIALE

Ore 4.10 sveglia, tra 20 minuti passano a prendermi, muoio di fame e ho lo zaino pieno di biscotti ma non mangio, mi hanno avvisato che spesso chi non è abituato all'altitudine (in due ore passerò dai 2600 ai 4300 metri) vomita in alta quota.
Fa un freddo cane, ma non arriviamo a -10, lassú invece molto probabilmente raggiungeremo i -20/25, ed è proprio per questo che si va così presto, perchè prima che esca il sole fa più freddo e la pressione idraulica che regola il getto dei geyser è al massimo.
Alle 4.30 puntuale arriva la guida e in circa due ore, senza notare nessun tipo di effetto collaterale per l'altitudine arriviamo al parco dei geyser. Nonostante i tre paia di calzini, i pantaloni termici, i jeans, le braghe della tuta, la maglia termica, una felpa, un pyle e la giacca sento freddo. Ma va peggio ad altri miei compari d'escursione completamenti rincoglioniti vestiti come se dovessero passeggiare in collina, addirittura senza guanti! L'espertissima guida (un biologo marino) però è già preparata all'ignoranza della gente ed ha portato uno zaino pieno di maglioni, berretti e guanti per le menti semplici.
I gesyser sono a dir poco spettacolari: getti d'acqua a 85 gradi alti fino a 15 metri, che sprigionano a causa dell'escursione termica (più di 100 gradi!) enormi nuvole di vapore: è un gusto immergersi in queste nubi per scaldarsi un po', ma facendo molta attenzione: anni fa uno spagnolo morì letteralemnte bollito cadendo nel gesyser più grande.
Piano piano esce il sole e i gesyser cominciano a perdere pressione, i più piccoli addirittura scompaiono, resta solo una piccola crepa nel suolo e po' di fumo.
Per chi vuole fare il bagno c'è un laghetto termale, l'acqua va dai 35 ai 45 gradi ma la temperatura esterna nonostante sia salita di almeno 10 gradi è esageramente bassa per i miei gusti! L'idea comunque riscuote molto successo, specie tra i turisti teutonici e un sacco di loro si buttano felici per poi uscire in lacrime! Io immergo solo i piedi per scongelarmeli.
Alle 7.30 si fa la colazione inclusa nel tour, mangio come se non magiassi da tre giorni, poi si prosegue con il tour: un paesino di sole sei persone, dove per la prima volta assaggio il lama, un giro per le montagne a vedere fauna selvatica dall'autobus, poi delle rovine inca e infine la collina dei cactus giganti.
Alle 13.30 circa sono di nuovo in ostello, sono distrutto ma non posso dormire, me ne voglio andare domani e voglio spremere il più possibile questo paesetto meraviglioso.
Mangio qualcosa e vado a comprarmi il biglietto per domani alle 9.30 per Salta (Argentina).
Voglio vedere l'antica città inca di San Pedro, le valli della Luna (nome a dir poco inflazionato in Sud America, tutti i paesi ne hanno una) e della Morte: c'è la possibilità di visitarle con un tour, ma sono stanco di cose organizzate, affitto una bici per 5 ore e vado da solo, in questo modo avrò modo di godermi il silenzio del deserto.
A un kilometro circa dalla prima meta (rovine) per puro caso noto due faccione giganti inca scolpite nella roccia e delle scalette, mi fermo, c'è solo un cartello che dice "La bocca del diavolo". Non c'è anima viva, seguo le scalette e scendo in una grotta: mi sento come un esploratore, a mano a mano che mi addentro nella grotta la luce diventa sempre più fioca fino a scomparire del tutto, ma da bravo avventuriero ho con me una torcia, l'accendo e scopro che sulle pareti ci sono varie incisioni inca, che bello, peccato non riesca a fotografarle.
Esco gasatissimo, proseguo con l'itinerario e vado a vedere le rovine. Qui si torna alla civiltà: ci sono ben 3 turisti e addirittura un guardiano per le bici. Le rovine sono i resti dell'antica città di San Pedro edificata in una collina prima dell'invasione spagnola, per poterle ammirare bisogna salire fino alla punta. La salita non è difficile ma il sole mi fa sudare tantissimo e il vento freddo mi ghiaccia ascelle e schiena, 40 minuti dopo sono di nuovo in bici.
Vado a vedere le valli, uno spettacolo indescrivibile, da vivere in prima persona, solo sabbia rossa e rocce modellate dal vento; sono in anticipo rispetto ai tour organizzati, quindi posso godermi tutta la pace e il silenzio del deserto e fare tutte le foto che voglio.
Alle 17.30 torno verso l'ostello, non voglio dover pedalare col buio e col gelo notturno!
Alle 18.30 restituisco la bici, sono stremato ma talmente soddisfatto che non sento la stanchezza, poche volte in vita mi sono sentito così piacevolmente colpito da un'esperienza, senza dubbio il miglior giorno del mio viaggio.
Dopo una doccia assassina (acqua a 10 gradi), parlando nella "zona comune" dell'ostello, ossia un cortile senza tetto, conosco una coppia di spagnoli che stanno viaggiando da ben un anno! Vado a cenare con loro e mi raccontano che il loro viaggio è indefinito e che non appena avranno visitato TUTTO il Sud America visiterrano il Nord!
Devono andare a letto presto perchè domani toccano a loro i geyser, ma non passa neanche un minuto che due cilene (ancora una volta di Santiago) mi offrono un bicchiere di pisco sour (bevanda tipica cilena tipo rum e limone) e comincio a parlare con loro. I bicchieri magicamente diventano due, poi, tre, quattro o cinque, totale: fa troppo freddo ma vogliamo continuare la serata, andiamo in camera loro con un'altra amica e un brasiliano esageratamente gay e fino alle 6 rimaniamo a CHIACCHIERARE.

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