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Ciao a tutti!



Visto le numerose richieste di aggiornamenti da parte di amici e non, ho deciso di raccogliere tutti gli aneddoti, i pensieri e le disavventure che mi sono capitate in un questo lungo viaggio in modo da tenervi informati e perchè no, un giorno rileggere questi appunti e capire perchè quella volta, nell'estate 2010, ho deciso di visitare il Sud di questo enorme continente.

Clicca qui per vedere il mio itinerario.

Spero vi piaccia, buona lettura!

P.S. Per chi non avesse dimestichezza con i blog: bisogna leggerlo dal basso verso l'alto!!!

Giorno 28 Luglio






























WELCOME TO THE JUNGLE!

Ho dormito malissimo. I finestroni senza balconi e vetri che ieri mi sembravano una figata in realtá si sono rivelati essere un incubo: c'é stato un vento pazzesco per tutta la notte che nemmeno le enormi e pesantissime tende di velluto riuscivano a bloccare gonfiandosi come vele, mi son dovuto alzare tre volte per costruire un improvvisato sistema di bloccaggio tende con le sedie e Zainone.
Comunque, sono talmente felice ed emozionato che non sento la stanchezza, alle 8.30 arrivo in agenzia. Eneritz é giá lí, appena scesa dall'autobus dopo 18 ore di viaggio assieme agli altri compagni del tour. Ci presentiamo: ci sono cinque ragazzine di Santiago e un giapponese che non parla né inglese né spagnolo.
Finalmente si parte, ci aspettano circa tre ore di pulmino fino al porto da dove inizieremo la navigazione del fiume nelle Pampas (parte pre-tropicale della foresta Amazzonica) boliviane.
Fin dai primi minuti mi accorgo di essere capitato in un gran gruppo (giapponese a parte, anche se comunque fa dei grandi sorrisoni): le ragazze sono veramente simpatiche e non sono adolescenti, hanno 22 anni, sono tutte imparentate l'una con l'altra (sorelle o cugine), educatissime, di famiglia bene cilena.
Dopo esserci fermati solo per un pranzo nel ristornate piú "selvaggio" che abbia mai visto con un bambino che ci rompeva il cocco con il machete, alle 14 circa aiutiamo l'autista e la guida a scaricare il pulmino dai nostri zaini e i viveri per i tre giorni e carichiamo tutto su una barchetta sotto un sole cocente (che bello poter stare in jeans corti!).
L'autista torna a Rurrenabaque e ci lascia con la guida, la quale si occuperá anche di guidare la barca: si chiama Quique ed é un veterano della zona. Ci spiega subito che le agenzie pur di vendere i tour promettono ai turisti di vedere animali che in realtá difficilmente escono allo scoperto, per esempio i caimani, a suo avviso ormai scomparsi dalla vita intorno al fiume.
Partiamo quindi con la navigazione un po' disillusi e dopo solo 200 metri l'incredibile: una miriade di caimani che fanno il bagno o che prendono il sole a bocca aperta nella riva, guardiamo Quique perplessi mentre il suo volto non riesce a trattenere un sorriso: c'aveva palesemente presi in giro.
Proseguendo in barca vediamo una miriade di altri animali: capivoras (enormi castori di un metro di altezza), pappagalli, tucani e piccoli serpenti.
Ad un certo punto ci sono parecchie barche ferme ad ammirare un branco di scimmiette su un albero incuriosite dai tanti turisti. Ci fermiamo anche noi per scattare foto, poi, non appena le altre barche ripartono Quique tira fuori da una borsetta una banana: non fa a tempo a sbucciarla che le scimmie ci assalgono la barca come pirati e le ragazze cominciano a urlare spaventate come pazze. Quique allora rompe la banana in pezzi e li tira nei capelli delle povere compagne di tour: le scimmie si fiondano nelle folte chiome delle ragazze come se non mangiassero da giorni ed é l'apoteosi: io ed Eneritz quasi ci soffochiamo dal ridere ed anche le piccole cilene poco a poco cominciano a divertirsi e ad accettare lo scherzo.
Dopo tre di viaggio arriviamo alla zona dei bungalov, che sará il nostro campo base, qui scarichiamo i bagagli e i viveri, conosciamo il cuoco e ci rilassiamo un po' nelle amache.
Questa specie di residence tutto in legno in mezzo alla giungla é rudimentale ma terribilmente affascinante e anche se chiaramente é abbastanza limitato si trova veramente in buone condizioni, trasmette pace e rispetto per la natura, sarebbe il posto perfetto per morire.
Alle 19 proviamo subito la cucina del nostro cuoco, sorprendetemente buona, dopodicché (é giá buio) facciamo una piccola navigazione notturna.
Il fiume di notte é uno spettacolo naturale, da rimanere a bocca aperta, é come una strada buia: l'asfalto é l'acqua e i cartarinfrangenti dei guard-rail sono gli occhi arancioni dei coccodrilli che si illuminano.
Siamo tutti incantati, sembra un bosco delle favole, ma ad un certo punto il momento magico si interrompe bruscamente prima con il rumore di una secchiata d'acquata tirata contro la nostra barca e poi con il conseguente urlo di terrore delle cilene, tutti non capiamo che cosa stia succedendo, ma Quique risolve il mistero: l'uccellone (piú grande di un pavone) sopra le nostre teste é andato di corpo! Ancora una volta muoio dal ridere.
Quique ad un certo punto spegne il motore e ci fa stare 10 minuti in silenzio per farci ascoltare solo "la voce" della foresta: é un concerto rilassantisimo di grilli, scimmie ed uccelli notturni, rospi, uno dei momenti di pace piú intensi della mia vita, senza dubbio. Torniamo ai bungalov facendo sosta in una capanna-bar per prendere qualche birra. Mi trattengo un po' con Quique ed Eneritz per chiacchierare un po', poi andiamo a dormire perché domani vogliamo svegliarci prestissimo per vedere il sorgere del sole.

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