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Ciao a tutti!



Visto le numerose richieste di aggiornamenti da parte di amici e non, ho deciso di raccogliere tutti gli aneddoti, i pensieri e le disavventure che mi sono capitate in un questo lungo viaggio in modo da tenervi informati e perchè no, un giorno rileggere questi appunti e capire perchè quella volta, nell'estate 2010, ho deciso di visitare il Sud di questo enorme continente.

Clicca qui per vedere il mio itinerario.

Spero vi piaccia, buona lettura!

P.S. Per chi non avesse dimestichezza con i blog: bisogna leggerlo dal basso verso l'alto!!!

Giorno 10 Luglio



TERZA VOLTA IN CILE

Nonostante avessi pregato alle mie care coinquiline di svegliarmi alle 7.15 nel caso non sentissi la sveglia, mi sento toccare la testa da una loro invitandomi ad alzarmi di corsa perchè sono già le 7.45! ARGH!
Completamente rincoglionito dal sonno e dal'alcol del giorno prima (anzi di neanche due ore prima) preparo le mie cose in due minuti.
Chiedo gentilmente al ragazzo dell'ostello di chiamarmi immediatamente un taxi, sperando, visto il mio stato comatoso di riuscire a fare un po' di colazione.
Faccio appena in tempo a spalmare la marmellata su una fetta di pane e a prepararmi il caffè (come sempre acqua e Nescafè)che arriva il taxi. Bevo il cafè bollente in tempo da record e lascio lì pane, ruando però un paio di merendine per il viaggio.
Alle 8.00 sono in stazione e posso cerare l'autobus con tranquillità; viaggerò con Mon con una compagnia di prima classe (anche se un po' più cara): sedile/letto in pelle ribaltabile fino a 170 gradi, buoni schermi per i film (che spero di non riuscire a vedere...), pulizia e colazione, giusto quello che ci vuole viste le mie condizioni. Pochi minuti dopo arriva Mon e si parte.
Dormiamo per quasi tutto il viaggio e alle 14.30 arriviamo a Santiago.
Abbiamo prenotato quello che dovrebbe essere il miglior ostello della capitale, situato nel quartire boemio - artistico di Bella Vista.
Trovare l'ostello è un'impresa, ci mettiamo quasi tre ore: nella via indicata nel proprio sito Internet al numero 148 c'è un supermercato. Chiediamo in giro, ma nessuno sa nulla. Grazie alle mia fedele guida scopro che si trova al numero 0148 (si, avete letto bene), il che corrisponderebbe al "-148".
Infatti in Cile per mantenere sempre valido il discorso delle cuadras (blocchi) speigato qualche giorno fa, in caso di ampliamento in testa di una via già esistente (che ovviamente inizia con il numero 1) si antepone uno 0 ai civici dell'estensione!
Assurdo!
Una volta in ostello faccio una lavatrice (la seconda del viaggio, ma è perchè qui fa freddo :)...) e usciamo a vedre un po' la città.
Il nostro quartiere è piuttosto vivo e colorato grazie agli artisti che lo frequentano, mentre il centro storico è piuttosto grigio, cupo, la piazza centrale (che in tutte le città del Sud America si chiama "de Armas") è un covo di mendicanti. Non voglio drammatizzare o fare il difficle, ma penso di trovarmi nella capitale più brutta che abbia mai visto finora in vita mia.
Ci fermiamo in un baracchino per mangiare qualcosa, qui la cucina è molto semplice: pane, guacamole (palta) e carne (wurstel, hamburger, pollo o vari tipi di tagli di vacca). Mangiando mi si avvicina un barbone zoppo, mi mormora qualcosa tra i denti e TRAK! Mi tira una bastonata sulla caviglia! La situazione è talmente surreale che non riesco ad abrire bocca e se ne va. Pazzesco!
Continuiamo con il giro e poi torniamo in ostello per lavarci e cercare di contattare le mie amiche attrici conosciute a Buenos Aires. Mi metto d'accordo con una di loro, mi verrà a cercare in ostello per le 22.
Il tempo passa e arrivano le 23, la mia amica ancora non si è vista, non ne possiamo più e usciamo fuori a cena per gli affari nostri.
Andiamo a mangiare in un ristorante del quartiere il piatto tipico cileno, la chorrillana: una "mas'ciada" a base di uovo fritto, patate fritte, carne fritta e cipolle fritte.
Prima di andare a letto controllo la mail e trovo un messaggio di Valerie, la mia amica pacchinara: è venuta a cercarmi ed è rimasta ad aspettarmi fino alle 22.30, poi se n'è anadata perchè il tizio coglione dell'ostello non parlando spagnolo non la capiva e non è venuto a chiamarmi...

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