Páginas

Benvenuti!

Ciao a tutti!



Visto le numerose richieste di aggiornamenti da parte di amici e non, ho deciso di raccogliere tutti gli aneddoti, i pensieri e le disavventure che mi sono capitate in un questo lungo viaggio in modo da tenervi informati e perchè no, un giorno rileggere questi appunti e capire perchè quella volta, nell'estate 2010, ho deciso di visitare il Sud di questo enorme continente.

Clicca qui per vedere il mio itinerario.

Spero vi piaccia, buona lettura!

P.S. Per chi non avesse dimestichezza con i blog: bisogna leggerlo dal basso verso l'alto!!!

Giorno 29 Luglio
















ANACONDA

Ore 5.00 sveglia e alle 5.30 in collina per fotografare l'alba: sembra di vivere nel cartone de "Il re leone". Non ci sono ancora animali ma c'imbattiamo in un nido di struzzi, poi si torna ai bungalov e possiamo riposare un pochino fino all'ora della colazione.
Il nostro cuoco é formidabile: oltre al solito "pattern" pane/marmellata/caffé c'ha preprato frittelle, omelette, pancacke, papaya, arance, anguria e melone. Come dicono le cilene "Tu si che sai far cominciare bene le giornate!"
Finalmente con la pancia piena si parte con l'attivitá clou di oggi: la caccia all'anaconda.
Dopo una mezzoretta di barca attracchiamo e iniziamo una lunga passeggiata di circa un'ora per stagni e campi di erbacce. Ci sono un sacco di alligatori e bisogna fare attenzione, non sono pacifici come i caimani. Per testimoniare il fatto c'é una carcassa ancora fresca di un caimano che la settimana scorsa alcune guide dovettero uccidere per aver attaccato una ragazza tedesca mordendole una gamba (hanno dovuto staccargli la testa perché aprire la bocca a un caimano é pressoché impossibile, esercita una forza di circa 500 kg...).
Arriviamo quindi a una specie di campo sterminato fangosissimo, si sprofonda quasi fino alle ginocchia.
Anche se abbiamo degli stivaletti in gomma per non sporcarci solo io ed il giapponese riusciamo a raggiungere l'altro lato del campo senza macchie: le ragazze un po' alla volta scivolano una dietro l'altra o perdono gli stivali con il riusucchio della terra appiccicosa bagnata.
Alle 11 circa arriva il momento tanto aspettato: siamo nella palude delle anaconde. Ci sono anche altri due gruppi di ragazzi, tra cui i nostri vicini di bungalov e le guide ci avvertono (stavolta senza scherzare) che per trovare anaconde ci vuole molto occhio (si mimetizzano con il fango) e abbastanza fortuna.
Il sole é molto forte e le cilene e alcune ragazze degli altri gruppi sono stremate dalla scampagnata, quindi iniziamo la ricerca solo in pochi.
Quique ci dá un'ora di tempo, se non troveremo nulla (l'ultima anaconda é stata avvistata tre giorni fa) dovremo tornare a casa a mani vuote. Il tempo passa e la ricerca si fa sempre piú difficile, fa molto caldo ed é molto faticoso camminare nel fango, ormai é ora di andare, quando ad un certo punto noto che in un punto la terra si fa come a squame. Resto immobile, seguo con l'occhio le squame, ora cambiano colore, sono viola, non c'é dubbio, é il corpo di un'anaconda! In un mix di emozione e paura chiamo a squarciagola Quique, il quale capisce tutto al volo e mi dice di non muovermi correndo verso di me. Poi sussurrando e camminando molto lentamente si avvicina mentre con il dito gli indico il punto esatto del seprente. Fa un cenno con l'occhio, invita tutti a stare zitti e poi come un vero predatore passa dala quiete all'attaco: con una velocitá incredibile immerge le braccia nel fango e nemmeno due secondi dopo ha due metri e mezzo di anaconda tra le mani!
Cominciano le urla di esultanza, di stupore e di paura, Quique gioca un po' con il biscione e poi lo lascia ad un'altra guida, é felicissimo, come se fosse lui a non aver mai visto un'anaconda, mi abbraccia ridendo e si congratula "Bravissimo Enrico, grazie mille!". Portiamo l'anaconda dalle ragazze per mostrarlo a tutti e farci le foto, tutti mi ringraziano, ma è stata solo fortuna.
Ho l'onore della prima foto, ho sempre avuto tantissima paura dei serpenti ma oggi la voglio superare e l'afferro per la coda, pesa almeno 10 chili e quasi mi scappa, due o tre foto e poi la cedo volentieri ai miei compagni.
Dopo tutto il via e vai di foto torniamo alle barche, ma prima di accendere il motore Quique ci invita a buttarci vestiti nel fiume per rinfrescarci un po', lo seguiamo senza pensarci due volte.
Belli inzuppati torniamo al campo base, ci cambiamo e ci strafoghiamo di cibo (ancora una volta eccellente) e schiacciamo una siesta all'ombra di una capanna nelle amache guardando i coccodrilli nel fiume.
Alle 16 si parte per l'ultima attivitá del giorno: pescare pirañas. L'attrezzatura non é proprio tra le migliori e i pesciolini riescono sempre a mangiarsi i brandelli di carne sanguinante senza farsi acchiappare, quindi visto che fortunamente non dobbiamo provvedere noi alla cena lasciamo perdere per andare a vedere il tramonto nel "centro" delle Pampas, ossia un campo da calcio e una capanna-bar dove molti gruppi vanno a rilassarsi aspettando la sera.
Torniamo ai nostri bungalov e dopo cena prendiamo la barca per andare in un'altra capanna-bar (la piú esclusiva, con luce fino alle 23 e con oltre alla birra rum, ma come sempre non c'é ghiaccio!)
Facciamo però una sosta fuori programma: Quique improvvisamente ferma la barca e ci fa scendere, immerge le mani nel fiume ed estare qualcosa: è un caimano cucciolo! Sembra un giocattolo ma in realtà é meglio non lasciarsi mordere le dita, i denti sono affilati come coltelli. Uno ad uno lo prendiamo in braccio e ci scattiamo foto, purtroppo non ho la macchinetta con me, spero che i miei compagni mi facciano avere le foto.
Una volta liberato il povero e spaventato cocodrillino raggiungiamo il famoso bar per festeggiare (purtroppo) l'ultima notte assieme ai nostri vicini di bungalov.

Nessun commento:

Posta un commento