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Ciao a tutti!



Visto le numerose richieste di aggiornamenti da parte di amici e non, ho deciso di raccogliere tutti gli aneddoti, i pensieri e le disavventure che mi sono capitate in un questo lungo viaggio in modo da tenervi informati e perchè no, un giorno rileggere questi appunti e capire perchè quella volta, nell'estate 2010, ho deciso di visitare il Sud di questo enorme continente.

Clicca qui per vedere il mio itinerario.

Spero vi piaccia, buona lettura!

P.S. Per chi non avesse dimestichezza con i blog: bisogna leggerlo dal basso verso l'alto!!!

Giorno 8 Luglio












EL PUENTE DEL INCA

Sveglia ore 6: Alle 6.30 verrano a cercarmi, stavolta mi costa tantissimo alzarmi, mi sento veramente distrutto. Oltretutto devo preparare Zainone perché stasera andró direttamente a San Juan. Faccio tutto in fretta e furia e fortunamtamente nonostante l'ora riesco a scroccare caffé e biscotti alla signora delle colazioni (normalmente non si serve la colazone prima delle 7.30).
Per ingannare l'attesa del pulimno cazzeggio un po' su Internet. Dopo ben un'ora e un quarto entra una ragazza dall'aseptto molto inca in tuta da sci chiedendo di me: é la mia guida del tour di oggi, finalmente!
Mi complimento con lei per il ritardo e monto in un pulmino con circa altri 15 ragazzi, tra i quali posso riconoscerne 6-7 dell'escursione di ieri.
Impieghiamo circa 3 ore per arrivare alla prima sosta: é un piccolo paesetto con un bar e dei negozietti, apparentemente sembrerebbe insignificante, in realtá qui sono stati girati due film famosissimi: "Sette anni in Tibet" e "I diari della motocicletta", di fatto siamo nella vecchia strada per attraversare le Ande e quindi di comunicazione tra Cile e Argentina, ci sono anche i resti della linea ferroviaria che collegava che i due paesi, poi dismessa a causa di alcuni conflitti politici che ci furono.
Facciamo parecchie soste per ammirare diverse montagne, che si differenziano l'una dall'altra per i colori: verde, viola, giallo, bianco e rosso, a seconda della composizione chimica delle rocce che le compongono.
Verso le 13.30 arriviamo a uno dei must dell'Argentina: il Ponte dell'Inca, chiamato cosí perché era l'unica via che gli Inca avevano a disposizione per attraversare il lunghissimo fiume che costeggia la cordigliera. É veramente magnifico, completamente naturale, é talmente perfetto che sembra costruito dall'uomo. Purtroppo ha dato segni di cedimento, quindi da circa cinque anni é strettamente proibito attraversarlo.
Questa è più di una semplice sosta, per la prima volta dopo ben tre settimane entro a contatto con la vera cultura andina: attorno al ponte c'è un solo villaggio minuscolo, le facce delle persone non sono più caucasiche, le donne sono basse e grosse, vendono piccoli manufatti di legno o guanti e berretti di lana.
L'ultima sosta sono i piedi dell'Aconcagua, il colosso delle Ande, come sempre i tour organizzati sono per pappemolle, facciamo solo una piccola paseggiata e non arriviamo nemmeno a percorrere il sentiero piú semplice. Nonostante il quasi mezzo metro di neve c'é un sole fortissimo, del resto a Mendoza non piove quasi mai (clima semi desertico), solo in alta quota vi sono precipitazioni (neve).
Andiamo poi a mangiare in una zona sciistica, c'é la possibilitá di pranzare in un ristorante, io risparmio finendo gli avanzi della mia scorta cibo comprata per il viaggio in autobus da Bariloche.
Cercando un posto comodo per farmi i panini faccio conoscenza con una mia compagna di escursione, si chiama Mon ed é messicana, mi spiega molte cose sul suo paese (che sará il mio destino tra circa 2 mesi) e scopriamo che condividiremo una piccola parte di viaggio, anche lei infatti é diretta a Santiago.
Dopo pranzo per approfittare del tempo che ci resta a disposizione affittiamo con degli altri ragazzi un bob per fare qualche discesa rotolando sulla neve.
Sono le 16 e ci siamo allontanati parecchio da Mendoza ed io alle 21 ho l'autobus per San Juan ed inoltre devo passare per l'ostello a prendere Zainone.
Alle 16.15 si parte e dopo due ore tranquille il pulmino (che avrá 220.000 km di strada alle spalle) comincia a brontolare: l'autista deve scendere parecchie volte per rimetterlo in moto e ci avvisa che non potrá superare i 60 km/h fino a Mendoza, morale: arriveremeno verso le 20, due ore piú tradi rispetto al previsto!
Arrivati in centro a Mendoza il pulmino muore definitivamente e l'autista ci dice che non ci puó accompagnare ai rispettivi ostelli, comincio a sudare freddo e spiego la mia situazione alla guida, la quale molto gentilmente chiama al telefono un'altra guida. Dopo 5 minuti quest'ultima mi viene a prendere col suo gruppo d'escursione per accompagnarmi all'ostello.
Arrivo in ostello alle 20.35 ed esco di corsa: la stazione é a circa 3 km e ho sulle spalle 15 kg di carico, cerco disperatamente un taxi ma non c'é verso, tutti occupati, nemmeno nella strada principale. Corro come un disperato e alle 21.01 arrivo sudatissimo al mio autobus nonostante i soli 5 gradi. Il ragazzino carica valigie mi maledisce ma non importa, si parte!
Arrivo alle 23 a San Juan, uscendo dalla stazione (l'ostello è a circa 400 metri), un poliziotto mi ferma e mi consiglia di prendere un taxi perchè San Juan (anche se sembrerebbe un paesino piccolo e innocuo) di notte è molto pericoloso.
In un minuto quindi arrivo all'ostello e appena fatto il check-in chiedo al ragazzo di prenotare immediatamente il tour per la Valle della Luna per domani: mi fa una faccia molto perplessa, si alza in piedi e mi indica sulla mappa geografica dov'è la valle e mi dispero... L'impiegato dell'agenzia di Mendoza con la sua ignoranza mi ha mandato da tutt'altra parte, a circa 500 km dalla valle!!! Gli faccio un corso accellerato di esclamazioni in italiano al povero ragazzo dell'ostello e mi sento uno stupido per essermi fidato senza controllare sulla cartina oltre a disperarmi per l'imminente perdita di un giorno, visto che in questa città non c'è assolutamente nulla!
Vado a letto sconsolato, almeno sono in camera da solo, del resto, ma chi ci viene a San Juan???

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