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Ciao a tutti!



Visto le numerose richieste di aggiornamenti da parte di amici e non, ho deciso di raccogliere tutti gli aneddoti, i pensieri e le disavventure che mi sono capitate in un questo lungo viaggio in modo da tenervi informati e perchè no, un giorno rileggere questi appunti e capire perchè quella volta, nell'estate 2010, ho deciso di visitare il Sud di questo enorme continente.

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Spero vi piaccia, buona lettura!

P.S. Per chi non avesse dimestichezza con i blog: bisogna leggerlo dal basso verso l'alto!!!

Giorno 7 Settembre









L'OSPITALITÀ MESSICANA

Puerto Morelos è molto carina ma troppo tranquilla per i nostri gusti, la spiaggia merita visto dove siamo ma si può fare di meglio, decidiamo quindi di trascorrere qui la giornata ma verso sera dirigerci verso Cancun per prendere il traghetto per un'altra isola, Isla Mujeres.
La giornata inzia benissimo: la padrona delle capanne ci offre un'ottima colazione che in teoria non sarebbe compresa tra i servizi e riusciamo ad andare in spiaggia gratis in autostop grazie ad un gentile ragazzo italiano (molto studente borghese figlio di papà) che ci carica nel suo fuoristarda.
Dopo una mattinata sotto il sole vogliamo rinfrescarci con un bel cocco fresco, ci rifugiamo quindi sotto l'ombra di una capanna-bar e ne ordiniamo uno. Qui conosciamo due ragazzi simpaticissimi, il proprietario del bar e un suo caro amico di Cancun (Octavio), ai quali per gioco ci presentiamo come fratello e sorella. Ci sentiamo molto a nostro agio reciprocamente e i nostri nuovi amici non solo non ci fanno pagare il cocco (eccellente, pieno di latte e con la polpa morbidissima), ma ci offrono giri e giri di Corona.
Ridendo e scherzando la cassa di birra finisce e paghiamo noi il nuovo giro (24 bottigliette...), poi loro ne pagano ancora un terzo.
Il ragazzo proprietario del bar, che con l'alcol comincia ad esagerare un po' con le sue arie da riccone padrone di mezza Puerto Morelos, ci presta la sua attrezzatura per fare un po' di snorkeling (bello ma nulla a che vedere con i tour degli ultimi due giorni) per poi offrirci un super vassoio di pesce fritto (meraviglioso!) portato in spiaggia da un ragazzino direttamente da un ristorante.
Dopo pranzo rimaniamo ancora un po' in spiaggia, poi andiamo a farci una doccia nell'appartamento del riccone, che nel frattempo ha fatto una proposta di matrimonio alla mia sorellina Paola. Ora ci vengono proposte due opzioni: rimanere nell'appartmento del miliardario e domattina svegliarci di buonora e partire per Cancun o andare direttamente in macchina a Cancun con Octavio (l'amico tranquillo) e passare da lui la notte, ovviamente scegliamo la seconda nonostante la delusione che dobbiamo infliggere al nostro ricco mecenate.
Si parte quindi per Cancun e in circa un'ora e mezza, giusto al tramonto, arriviamo a destinazione: è praticamente una Las vegas sui Caraibi, le curatissime e bianchissime spiagge sono circondate da immensi e lussuosissimi hotel, un contrasto architattonicamente magnifico ma naturalisticamente terribile, una vera e propria industria turistica statunitense in un paradiso naturale messicano.
Scattiamo qualche foto da un punto panoramico, poi andiamo a mangiare degli hamburguer formidabili nel portico di una casa-bar a pochi metri dall'appartamento di Octavio. Ricompensiamo dell'ospitalità a Octavio e al suo coinquilino (entrambi controlli di volo nell'aeroporto di Cancun) con una cassa di birra dell'Oxxo, una catena di supermercati 24 ore su 24 in tipico stile USA di cui ogni giorno che passa son sempre più fan.
Alle 23 finalmente possiamo cercare di dormire da bravi fratellini su un materassino matrimoniale mezzo sgonfio, cercando di sopravvivere al caldo insopportabile dovuto alla nostra pelle bruciacchaiate da tante ore di sole e al clima torrido soffocante.

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