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Ciao a tutti!



Visto le numerose richieste di aggiornamenti da parte di amici e non, ho deciso di raccogliere tutti gli aneddoti, i pensieri e le disavventure che mi sono capitate in un questo lungo viaggio in modo da tenervi informati e perchè no, un giorno rileggere questi appunti e capire perchè quella volta, nell'estate 2010, ho deciso di visitare il Sud di questo enorme continente.

Clicca qui per vedere il mio itinerario.

Spero vi piaccia, buona lettura!

P.S. Per chi non avesse dimestichezza con i blog: bisogna leggerlo dal basso verso l'alto!!!

Giorno 29 Giugno





EL PERITO MORENO

Sveglia alle 7.30, oggi devo vedere quella che chiamano la gran meraviglia naturale dell'Argentina assieme alle cascate di Iguazú: il ghiacciao del Perito Moreno. Perito significa esattamente perito (tipo quelli del Rossi, ossia un titolo di "esperto") e si riferisce a Franciso Moreno detto il Perito, l'esploratore argentino che particamente scoprì tutti i posti interessanti della Patagonia.
Alle 8.30 arriva il pulmino che ci porterà alla Riserva Naturale dei Ghiacciai, l'escursione come sempre è spiuttosto cara, circa 20 euro e come ogni volta l'ingresso al parco nazionale non è inclusa, l'ingresso è un altro furto, altri 9 euro.
Andiamo tutti quanti: io, Eric (l'americano) e le tedesche. Monto in pulmino e indovinate chi mi ritrovo? La ragazza di Roma e il ragazzo di Milano che ho conosciuto a Puerto Madryn! Mi siedo di fianco a loro e chiacchieriamo un po'.
C'è un tempo da lupi,freddo, ghiaccio e neve, per strada l'autista e la guida devono fermarsi per mettere le catene al pulmino. Qui è così 10 mesi l'anno.
Durante il tragitto la guida ci spiega vari aneddoti interessanti sul ghiacciaio: sembrebbe essere uno dei pochi ghiacciai al mondo "stabili", termine tecnico per indicare che non perde volume, ossia come tutti gli altri ghiacciai inesorabilemnete si sgretola nella sua superficie esterna e perde pezzi, però puntualemnte viene rigenearto di ghiaccio fresco, infatti da quando gli scienziati iniziarono a studiarlo la sua dimensione è sempre rimasta costante.
Bisogna sapere che un ghiacciaio per essere alimentato ha bisogno di molta neve cosidetta perenne, ossia neve che si conservi per almeno 5 anni per riuscire a espellere l'aria e quindi compattarsi. A El Calafate nevica da marzo a dicembre e negli unici mesi in cui non vi sono precipitazione si forma una nube di umidità sopra la calotta glaciale che alimenta il Perito Moreno, la quale funge da scudo e consente alla neve dei mesi precedenti di non sciogliersi.
Percorriamo la strda panoramica, dalla quale si dovrebbe poter ammirare il ghiacciaio in tutto il suo splendore dall'alto, però il cielo è talmente nuvoloso che la visibilità non supera i 20 metri. Il brutto tempo però (tempo normale per El Calafate) comporta anche i suoi vantaggi: quando il sole è coperto l'effetto ottico che fa sembrare il ghiacciaio azzurro è ancora più evidente.
Arriviamo al parcheggio del parco, ci sono delle passerelle di circa 500 metri che portano ai "miradores" per ammirare il ghiacciaio. Ci immergiamo letterlamente in una nube densissima, appena si vedono gli scalini della passerella, l'escursione non sembra emozionare più di tanto, quando d'improvviso la nube si fa via via meno fitta e vediamo apparire in mezzo a un lago un colosso azzurro di centiania di metri, è un vero spettacolo, una delle cose più sensazionali che abbia mai visto in vita mia: lo sfondo delle montagne innevate è tutto in bianco e nero, mentre il ghiacciaio che spunta dal basso è di un celeste intensissimo, un ghiacciolo Semigel all'anice per capirci.
Facciamo il giro della facciata del ghiacciaio e poi tornaimo soddisfattissimi al parcheggio per mangiare. Fuori dal bar conosco un italiano di Lecce, che il giorno prima ha fatto amicizia con il ragazzo e la ragazza italiani, lui però non vuole entrare a mangiare con noi: so che vi sarà difficle crederlo, ma sta dando delle briciole a un uccellino e si sta divertendo troppo.
Dopo aver pranzato guardando il finale di partita Uruguay-Giappone (con un sacco di uruguayani facendo casino), riprendiamo l'escursione, ora per chi vuole, pagando un extra di 4 euro, c'è la possibilità di navigare nel lago e avvicinarsi alla facciata laterale del Perito Moreno, visto il prezzo e la qualità dell'attrazione pago e monto in barca. C'è un thermos con del caffè (o meglio Nescafé come OVUQNUE in Argentina, non ne posso più!), ne prendo un bel po' per scaldarmi un pochettino.
La vista è nuovamente sensazionale, facciamo circa 40 minuti di navigazione, poi tornaimo indietro e ci riportano tutti ai rispettivi ostelli.
Mi metto d'accrodo per cenare con gli italiani (solo i due normali, non San Franceso d'Assisi). Tra una cosa e l'altra mi metto a cazzeggiare e telefonare, passano due ore e non faccio più in tempo a docciamri, non puzzo esageratamente, però dopo la giornata di freddo che ho avuto una doccia calda non avrebbe guastato.
Uscendo ne approfitto per passare per la stazione e comprarmi il biglietto per Puerto Natales per il giorno dopo, la signora della cassa mi dà una brutta notizia: forse domani non ci sarà servizio Calafate-P.to Natales a causa delle forti nevicate, la provincia deciderà se consentire il transito di mezzi nella zona a rischio solo alle 7 di domani mattina (l'autobus partirebbe alle 8 e ce n'è solo uno al giorno).
Arrivo all'appuntamento incazzato per l'imprevisto logistico, c'è anche una ragazza francese un po' barbona che la tipa italiana ha conosciuto nel viaggio di ritorno in pulmino, facciamo il giro dei ristornati, gli economici sono tutti chiusi, l'italiana (che non so ma da quando la conosco mi ha sempre dato l'impressione di non badare a spese) si fionda in quello più lussuoso, il suo amico fedele la segue (solo due settimane di ferie, a noi il peso argentino ci fà una pippa!)ed io inerme non posso far altro che entrare.
I prezzi sono altissimi, un buon taglio costa di più di una buona grigliata COMPLETA per DUE persone nei posti tattici di Buenos Aires, mi tocca prendere il vacío, taglio un po' da barboni ma l'unico che si adatti alle mie tasche. Il ristorante è veramente da signori, l'antipasto (incluso nel servizio di ben 15 pesos!) è all'altezza, il servizio però, nonostante l'argenteria e le salviette imbottite in bagno, lascia abbastanza a desiderare (o forse il nostro cameriere).
La cena prosegue bene, paghiamo il conto salatissimo (circa 130 pesos, 30 euro, che in Argentina è tantissimo), gli altri vanno a giocare al casinò (non racconto balle! francese barbona inclusa, che mi ero dimenticato di dirvi che viaggia da 6 mesi e si sta facendo il giro del mondo!) e io vado a casa, del resto, non cago soldi!

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