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Ciao a tutti!



Visto le numerose richieste di aggiornamenti da parte di amici e non, ho deciso di raccogliere tutti gli aneddoti, i pensieri e le disavventure che mi sono capitate in un questo lungo viaggio in modo da tenervi informati e perchè no, un giorno rileggere questi appunti e capire perchè quella volta, nell'estate 2010, ho deciso di visitare il Sud di questo enorme continente.

Clicca qui per vedere il mio itinerario.

Spero vi piaccia, buona lettura!

P.S. Per chi non avesse dimestichezza con i blog: bisogna leggerlo dal basso verso l'alto!!!

Giorno 28 Giugno

DALLA NEVE AL GHIACCIAIO

Oggi me ne vado da Ushuaia, mi aspettano "solo" 19 ore di pullman: devo tornare a Río Gallegos (12 ore), ossia passare due volte la frontiera (Argentina-Cile e Cile-Argentina, vedere la cartina per capire bene)e poi da lì cambiare autobus per arrivare a El Calafte in circa 7 ore. L'orario come vi dicevo è comodo :D, si parte alle 5 di mattina, quindi sveglia ore 4.00. Il risveglio non è comunque così drammatico, la ragazza della reception mi spiega che per aver dormito 3 notti di fila vinco il trasporto di "addio" gratis, in pratica mi offrono un radio taxi. Mi chiama quindi un taxi, così evito di farmi quasi 2 km a piedi alle 4.30 di mattin al buio, con le strade ghiacciate, Zainone e -10 gradi. Arriva il taxi alle 4.40 e raggiungo in un batter d'occhio la fermata dell'autobus.
Salgo subito in autobus perchè diciamo che non fa caldo, e, che coincidenza mi trovo sedute in prima fila le tedesche che ho conosciouto l'altro giorno al parco. Dopo pochi minuti arriva Eric.
Dormo come un sasso, mi sveglio solo al momento di prendere il traghetto e per i controlli alle frontiere (e il passaporto si gonfia di timbri).
Arriviamo alle 17 a Río Gallegos, abbiamo due ore di attesa per l'autobus per El Calafate, mi siedo in un bar e conosco due israeliane che stanno facendo il mio giro al contrario, mi dano un po' di dritte, io non ho il coraggio di dirgli che vorrei che il loro paese sparisse dalla faccia della terra.
Finalemnte arriva l'autobus, dormo come un ghiro e arriviamo circa a l'1 a El Calafate, tanto per cambiare fa un freddo cane ed io, Eric e le tedesche cerchiamo un ostello, finiamo in uno vicino alla stazione che avevo visto su Internet e che prometteva bene. Per una volta ogni tanto le aspettative si compiono: l'ostello è veramente figo, l'unica cosa son le docce comuni con una tenda "vedo-non vedo", pazienza, renderò extra-europei i gioielli di famiglia.
Ovviamente in un paese sperduto di montagna e con 19 ore di autobus alle spalle al'1 di notte non c'è molto da fare, mi bevo una birra in solitudine e vado a nanna.

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