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Ciao a tutti!



Visto le numerose richieste di aggiornamenti da parte di amici e non, ho deciso di raccogliere tutti gli aneddoti, i pensieri e le disavventure che mi sono capitate in un questo lungo viaggio in modo da tenervi informati e perchè no, un giorno rileggere questi appunti e capire perchè quella volta, nell'estate 2010, ho deciso di visitare il Sud di questo enorme continente.

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Spero vi piaccia, buona lettura!

P.S. Per chi non avesse dimestichezza con i blog: bisogna leggerlo dal basso verso l'alto!!!

Giorno 19 Giugno

Ore 10.30, si parte.
Mi accompagna la Susy in macchina, destinazione aeroporto Barajas di Madrid, dove mi aspetta il volo per Buenos Aires. Portiamo giù Zainone e Zainetto, che saranno i miei migliori amici per i prossimi tre mesi, saluto i miei adesso EX coinquilini (Pauline mi mancherai, forse ci rivedremo, Alex non credo proprio...).
Partiamo bene, montiamo in macchina e subito 90 euro di multa per divieto di sosta! Arrivati a Barajas, si decide di andare a fare colazione nel McDonald dell'aeroporto, ci serve la ragazza italiana più imbranata che abbia mai visto, sbaglia tre volte di fila il conto ma alla fine con meno di 3 euro riusciamo a prendere una ciambella, un succo di frutta e un caffè.
Ci salutiamo e dopo qualche lacrima e troppi abbracci mi accorgo di essere terribilmente in ritardo: chiusura imbarco ore 12.10 e sono le 11.55, devo prendere il trenino interno per arrivare al gate e fare tutta la coda per il controllo del passaporto. Arrivo al gate alle 12.20 correndo sudato come un maiale, dove mi aspettano tre hostess che mi guardano con aria minacciosa, ci sono due finger che indicano "Buenos Aires", entro filato nel primo e le hostess mi gridano qualcosa di cattivo ma non le ascolto, riesco solo a rispondere a squarciagola "Perdonen".
Entro in aereo, un'altra hostess mi chiede di favorirle il biglietto ed anche questa si incazza, ora ho capito: sono finito nell'ingresso della prima classe (ma le altre come avevano fatto a capire che viaggiassi in seconda? sembro così povero?).
Mi accompagna comunque gentilmente al mio posto ed ora mi incazzo io: ero stato molto attento il giorno prima a prenotarmi il miglior posto dell'aereo giusto all'apertura del check-in on-line per non farmelo fregare da nessuno: finestrino di fianco, schermo a pochi centimetri, corridoio frontale per stirare le gambe, invece mi trovo in ultima fila, l'unica senza finestrini, con un sedile davanti (adios spazio per le gambe) e per giunta di fianco al cesso! Cerco di spiegare la situazione a un'altra hostess, lei non fa una piega e mi dice che come consolazione posso stare vicino a lei ed aiutarla se ne avesse bisogno :S
Si parte con 20 minuti di ritardo.
Dopo un volo straziante di 12 ore e mezza, impossibilitato a dormire dal continuo suono dello sciacquone dei cessi (la parte del risucchio spacca i timpani) e dalla gente che rumoreggiava nella coda che formava per tirarlo, e con le gambe semiparalizzate arrivo a Buenos Aires.
Alle 20 (ora locale) finalemnte scendo da un'aereo ridotto in spazzatura dalla gente.
Passo al controllo passaporti, quasi un'ora e mezza di attesa, si va al recupero bagagli, mezzora d'attesa, si passa al controllo bagagli (non l'avevo mai visto prima il controllo all'uscita, e mi spiegheranno il perchè: in Argentina la droga bisogna comprarla lì, non vale portarsela dall'estero :)). Durante il controllo (circa un'altra mezzoretta) parlando del più e del meno con la gente conosco una ragaza di Santa Fe, la quale mi chiede se voglio smezzare il taxi con lei per andare in centro, ovviamente ci sto, è sempre meglio cominiciare le avventure con gli autoctoni e l'idea di prendere 2 autobus alle 22 mi dà un po' il voltastomaco.
Parliamo un sacco con il taxista, la mia idea di "Argetina è come l'Europa, solo che è in America" cambia drasticamente, mi descrivono una Buenos Aires pericolosissima e che quando scenderò dal taxi dovrò stare attentissimo, perchè il mio ostello è in una delle peggiori zone del centro :S
Arrivo, ringrazio la ragazza e il taxista per i consigli, entro nell'ostello un po' nervoso, alla reception c'è un super gay che fa il simpaticone dicendomi che non ho nessuna prenotazione e che probabilmente ho prenotato nell' ostello della stessa catena a 500 metri... prendo un taxi, ho paura ad andare solo con Zainone al buio per questo quartiere grigio e malfamato, pago 5 pesos (circa 1 euro) e finalemnte arrivo all'ostello prenotato.
Mi sistemo e chiamo subito a casa.
Parlo con i miei via Skype col mio super cell wi-fi (evviva la tecnologia, ma sopratutto chi la sa usare...) giusto 2 minuti per tranquilizzarmi/-li e subito dopo conosco Rafael, un poveraccio brasiliano che parla uno spagnolo "quasi maccheronico" (nel senso che non arriva a livello maccheronico), mi sembra buono e simpatico, vado a bermi due tre birre con lui.
È insegnante di filosofia a Sau Paulo ed è qui in cerca di fortuna perchè probabilmente la sua scuola non riaprirà a settembre e si troverà senza lavoro, mi accorgo subito della differenza che c'è tra noi 2: per me pagare una birra 1.80 € è poco, per lui è tantissimo. Prendiamo quattro bottiglie in due e mi racconta un sacco di storie sul sistema scolastico brasiliano (da brividi), poi dobbiamo cambiare posto perchè per lui il bar è troppo caro: finiamo in una specie di bettola putrida minuscola senza sedie con un ragazzo che affetta il prosciutto mentre la mamma cucina le empanadas.
La clientela qui è a dir poco folk, credo che sommando i denti in bocca di tutti i 7-8 clienti presenti non arriviamo a 50, mentre l'aria è talmente impreganata di alcol che basta parlare con qualcuno per ubriacarsi. Rafael parla troppo ed è molto ingenuo, dà spettacolo, una ragazza che presuntamente dovrebbe parlare portogehese gli dice qualcosa, lui non la capisce e qui il fattaccio: lo accusano di non essere brasiliano! ("Sei un colombiano che vuole essere brasiliano", n.d.b.). La mamma-padrona si incazza come una bestia e ci manda fuori dal locale mentre la mandria di ubriaconi ci minaccia (tra le altre cose... ma cosa c'entro io???).
Torniamo in ostello e andiamo alla zona bar, dove c'è baccano e musica, bevo un paio di birre e conosco un sacco di gente, per lo più colombiani.
Mi ero già dimenticato, oggi è sabato e, specialemnte in una città come Buenos Aires, tutti vogliono uscire a far festa. Io vado a nanna, non dormo da circa 30 ore e mi sento stanchino.

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